Roma – 29 Giugno 2021 by Giuliana Finizio

Modificando la materia che ci circonda produciamo ogni volta sensibilità (E. Coccia, La vita sensibile 2011). Trasformare la materia in energia attraverso la forma del sole è stato il punto di partenza del progetto del Giardino dei Cinque Sensi.
La simbologia del sole – nucleo centrale da cui si riparte il rigore simmetrico dei raggi – può essere molto bene associato al concetto di centralità e di regolarità delle città ideali rinascimentali, la cui progettazione doveva dare una risposta allo stesso tempo alle nuove esigenze di difesa militare e alla visione umanistica basata sui principi classici dell’uomo come centro dell’universo – per cui la perfezione del corpo umano doveva servire come similitudine per l’organizzazione di nuovi spazi urbani.
Il corpo, dunque, diventa spazio fruibile, sinergia tra materia e natura. Equilibrio, forma, spazio, luce, colore, movimento, riportando la forma al significato e al contenuto (Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva 1954), e quanto si è tentato di riproporre nell’esercizio per la ricerca della forma più adatta da dare al nuovo giardino, che ha portato inevitabilmente all’idea di un centro propulsore da cui s’irradiano i vari anelli, in un tutt’uno che combinasse insieme relazione ed armonia tra le parti.
Come dal centro del sole si emanano raggi di energia proporzionata e come nella piazza centrale dei nuovi nuclei urbani si controllavano le strade di accesso radiali che confluivano in essa, così dal cuore del corpo umano dipende il controllo degli altri organi che da esso si propagano.
Prendendo spunto dalle interessanti potenzialità di ciascuna pianta, si è voluto progettare un giardino ad esse dedicato, pensato ed organizzato proprio per esaltare le caratteristiche di ogni specie. Uno spazio sensoriale e bioenergetico che coinvolge tutti quanti i cinque sensi dell’uomo.
L’idea dunque ha sviluppato una ricerca mirata ad una combinazione di fiori, di colori e di essenze, che nascesse dalla necessità di organizzare differenti settori, dove le piante fossero divise in relazione alle proprie peculiarità intrinseche, da espletare per scopi precisi.
La raggiera è stata divisa in settori, ciascuno dei quali preposto per la cura di un particolare apparato del corpo umano. Ogni aiuola dei vari settori è caratterizzata da una pianta scelta non solo per le proprietà specifiche ma anche per un’assonanza di colori e aromi.
I benefici di ciascuna erba infatti, l’efficacia curativa delle fragranze contenute nelle varie parti della pianta, sono ormai riconosciute come delle valide alternative alla medicina tradizionale e il loro uso ed impiego può contribuire ad alleviare e curare dolori delle varie parti del corpo umano, facendo risplendere all’improvviso un “sole” irraggiato di benessere.
I NonLuoghi di Marc Augè 1992 sono il contrario di un luogo nel senso comune del termine e Il Terzo Paesaggio di Gilles Clement 2005, è un luogo dal carattere indeciso perché derivante dalla non-progettazione umana, il Giardino dei Cinque Sensi è un luogo calcolato, un “corpo” che diventa “luogo”, che irraggia il “pianeta desertificato” e segna l’appartenenza del singolo al tutto, in una complessità inscindibile in cui accoglie le diversità e non lascia spazio all’indifferenza.
Giuliana Finizio
Giardino dei Cinque Sensi
Griffin’s resort
Località San Faustino, 24
Orvieto (TR)



