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La poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo ’70
Roma – 11 Gennaio 2024 by Vittoria Biasi
La mostra La poesia ti guarda presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma celebra i 60 anni dalla nascita del Gruppo 70 a Firenze.
Nel palcoscenico dell’arte la parola ha avuto uno spazio privilegiato per il suo essere trascrizione ultima di un oltre. Una esempio è La visione della croce di Raffaello (1585 Musei Vaticani, Roma) in cui tra lo squarcio delle nuvole appare il simbolo della croce accompagnato dalla scritta sul vessillo l Eν τούτῼ νίκα, In hoc signo vinces. Una documentazione sul percorso concettuale della scrittura è il dipinto San Girolamo e l’angelo del 1634-35 di Guido Reni, in cui la scrittura appare in una successione di linee orizzontali, vibranti e distese sulla pagina come nelle trascrizioni di Irma Blank1.
Impressionismo, Espressionismo e Divisionismo hanno avviato un percorso di riflessione sulla percezione del segno approdando ad una spazialità conflittuale con la precedente storia proponendo regole di visione e di luce. I movimenti dadaisti, costruttivisti, cubisti, futuristi, nei primi decenni del ‘900, dichiarano l’indipendenza della parola e dei suoi segni dai rapporti tradizionali. Le avanguardie arricchiscono il segno di istanze partecipative alla condizione sociale assunta in funzione dell’arte. Il procedimento si interrompe con la seconda guerra mondiale per riemergere nei sogni e nelle utopie delle neo avanguardie.
Il divenire della parola, nella seconda metà del secolo, è analizzata nelle possibili relazioni strutturali, nel rapporto tra significato e significante, tra segno e realtà. L’attenzione coinvolge anche il numero, quale messaggero di un concetto misterioso astratto e concreto che per Mario Merz fa parte di noi. In una sua performance spontanea l’artista ha affascinato il pubblico invitandolo a riflettere sul rapporto tra numero e passo e sul passo successivo che contiene il precedente2.
Camminare è una forma retorica, il suo ritmo, concettualmente, può essere simile ad un ritmo poetico. L’insieme dei passi è come l’insieme delle parole. Queste possono articolarsi in un romanzo o in un haiku e scorrere su un ritmo: l’invisibile e la materia hanno la loro origine nel numero, che dà luogo a differenti numerazioni.
Il numero coinvolge la musica e Schönberg è stato il primo compositore ribelle del Novecento impegnato a introdurre variazioni di tempo e ritmo fuori dagli schemi tradizionali.
John Cage, suo allievo, compone brani sperimentando i suoni di oggetti d’uso quotidiano come strumenti di percussione e utilizzando feltri, chiodi a vite e materiali della vita sociale posti tra le corde del pianoforte per ottenere inattese sonorità.
Negli stessi anni, la poesia si libera del ritmo, della composizione tradizionale e si contamina con espressioni verbali e iconografiche eterogenee che gli artisti Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, fondatori del Gruppo ’70, denominano Poesia visiva.
Per gli artisti il segno scritturale è il nodo di poetiche fonetiche, letterarie, artistiche e di una nuova sintesi linguistica su cui la socialità e il mondo della comunicazione sta costruendo il suo sogno, le sue scansioni sociali.
La mostra “La Poesia ti guarda”. Omaggio al Gruppo ’70 ripercorre gli anni di impegno del gruppo prendendo in riferimento i convegni Arte e comunicazione (Firenze, Forte Belvedere, 24-26 maggio 1963) e Arte e tecnologia (Firenze, Forte Belvedere, 27-29 giugno 1964). Spetta alla scrittura il compito di costruire una continuità tra i tempi correnti e l’arte, con l’introduzione dei nuovi feticci o icone di un mondo economico e di un’aspirazione sociale.
Lo slogan pubblicitario diviene il dispositivo artistico di un nuovo genere. Lamberto Pignotti, nell’intervista Lamberto Pignotti a dialogo con Claudio Crescentini, riportata in catalogo definisce il convegno Arte e comunicazione una forma di apertura post-bellica. Questa sorpassava le poetiche autoreferenziali e solitarie dell’arte e della letteratura, si liberava dalle costrizioni tradizionali e dal narcisismo filologico per abbracciare il linguaggio della realtà rubando a piene mani dalla bocca del popolo, dai proverbi, rivalutando una frase fatta o un luogo comune, frugando nel gergo cinematografico…: tali terminologie sono state innestate dando luogo, opportunamente amalgamate e armonizzate, a una sintassi intensamente espressiva e a un tempo diversa3.
Lamberto Pignotti, puntualizzando la poetica del gruppo e evidenziando il territorio comune della ricerca proponeva la contaminazione dei linguaggi letterari e pittorici o musicali o filosofici e scientifici, riconoscendo nella tradizione un processo di continuità di ogni manifestazione umana. John Cage, Pier Paolo Pasolini sono personaggi della sua storia e amici.
Gli artisti del Gruppo’70, Antonio Bueno, i musicisti Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari, i poeti Ketty La Rocca, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti entrano nel tessuto sociale cogliendone le suggestioni creative e socioeconomiche e, quasi documentandole, ne elevano i linguaggi a pari dignità di quelli ufficialmente riconosciuti. È un periodo storico di grande sogno e utopia con lo sguardo rivolto alla fame sociale di esserci.
I linguaggi del quotidiano entrano nella poesia visiva creando nuove sinestesie oltre l’immagine.
Il titolo della mostra La poesia ti guarda, coniato da Lamberto Pignotti, appare come il vessillo della guerriglia avviata da un gruppo di artisti nel 1963. Il collage di immagini trovano il loro compimento nelle citazioni estrapolate da quotidiani e settimanali come da Grand Hotel, frequentato da lavoratrici semplici, al Corriere della Sera: ma tutti vivono sullo stesso piano e contribuiscono a creare il caleidoscopio umano e politico. In La felicità, di Eugenio Miccini del 1967, la scrittura tipografica sulla pagina rosa vive il senso del ritmo interrotto e dominato da figure al femminile insinuanti. In Eros & Ars, dello stesso artista, la dichiarazione d’amore di Nella, scritta sul retro di una cartolina, “Come il garofano sboccia nel suo delizioso profumo così sboccia il nostro amore” è vicina ad un ritaglio di giornale i cui titoli riferiscono di attacchi bellici e dell’affondamento di un cacciatorpediniere. L’opera, che ammiriamo come creazione, è il ritratto di un segmento temporale, orizzontale, in cui diverse forme di vita compiono un differente senso di vita. Lucilla Saccà, nel contributo al catalogo, mette in relazione la poetica formale della poesia visiva con la struttura del film di Federico Fellini Otto e mezzo, in cui un mosaico visionario di personaggi, di ricordi, di realtà si sovrappongono e con alcune pellicole della Nouvelle Vague, come La Chinoise, in cui il regista Jean Luc Godard spezzetta l’orizzontalità consequenziale dell’ordine narrativo con l’inserimento di elementi pubblicitari, con copertine di libri, fumetti e foto di personaggi famosi4. Se l’uomo e la società appaiono ad una dimensione, la parola inizia un’avventura che anticipa la multimedialità del contemporaneo5.
La mostra, a cura di Daniela Vasta, focalizza funzione nodale della poesia visiva nella ricca storia delle poetiche espressive – dalla scrittura come pittura, alla poesia concreta, alla scrittura visuale, fino all’annichilimento della pagina bianca di Martino Oberto – e la trasformazione delle mode sociali emergenti in costruzioni estetico-culturali.
1 Cfr. Irma Blank, Trascrizioni 1973-1979, Libreria galleria Derbylius, Archivio Internazionale d’Arte di Carla Roncato, Milano 2006
2 Mario Merz, Lo spazio è curvo o dritto?, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 1990.
3Claudio Crescentini [cura], Lamberto Pignotti a dialogo con Claudio Crescentini in “La Poesia ti guarda”. Omaggio al Gruppo ’70 Daniela Vasta [cura], De Luca editore d’Arte, Roma, 2023 p. 21
4Lucilla Saccà, Nota per il Gruppo ’70, in La poesia ti guarda op. cit. pag. 35
5Cfr. Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi Editore, Torino 1974